Patrimonio storico / architettonico


Museo valdese della Balsiglia

Sistemato nei locali dell'antica scuola di quartiere è stato allestito nel 1939 grazie all'impegno della Società di Studi Valdesi e della Comunità Valdese di Massello. Concentra l'attenzione sul Ritorno dei Valdesi dall'esilio (1689) e sull'assedio delle forze valdesi da parte delle truppe franco-sabaude.

Info: frazione Balsiglia a Massello
Visita libera: Telefonare posto tappa GTA (tel. 0121.808816) o tel. 0121.808692 o ufficio il Barba tel 0121.950203 
Visite guidate: per gruppi su prenotazione presso ufficio il Barba
Il museo non è accessibile ai disabili (carrozzelle)

Approfondimento: Il museo storico della Balziglia in Val Germanasca.

Questo piccolo museo fu allestito a cura della Società di Studi Valdesi e dalla Comunità Valdese di Massello nel 1939, in occasione del convegno annuale del XV agosto, tenuto in quell'anno proprio alla Balziglia, e sistemato nei locali della scuola valdese costruita nella borgata cinquant'anni prima come edificio commemorativo del 200 anniversario del "Rimpatrio". Il materiale esposto nel museo ricorda uno dei periodi particolarmente significativi della storia dei Valdesi in Piemonte: gli anni del loro esilio in Svizzera ed in Germania a partire dall'anno 1687, il loro rientro in patria nel 1689 e la loro strenua resistenza alla Balziglia nell'inverno 1689-1690, terminata con la fuga avventurosa attraverso le balze del Pan di Zucchero verso la parte alta del vallone del Ghinivert (maggio 1690).
Il museo è stato riordinato nella ricorrenza del 300° anniversario del "Rimpatrio", rispettando però la suggestiva rappresentazione data dalla sua struttura originaria, testimonianza dell'epoca in cui fu istituito.

L'esilio
Nel 1686 gli editti di proscrizione del Duca Vittorio Amedeo Il, che imponevano l'abiura o l'abbandono delle terre natie alle popolazioni valdesi del Piemonte, avevano provocato la loro disperata e strenua resistenza. Dopo mesi di guerriglia, decimati dagli stenti, i superstiti giacevano rinchiusi nelle fortezze del Piemonte. Su intervento delle potenze protestanti europee il Duca Vittorio Amedeo concesse infine ai valdesi la facoltà di esiliare; essi vennero quindi avviati, d'inverno, attraverso le Alpi verso la Svizzera e la Germania. Non tutti gli esuli accettarono però supinamente la loro condizione di profughi e tentarono più volte di rientrare in patria forzando la sorveglianza piemontese e savoiarda. Fra gli esuli di Ginevra emerge in particolare la figura di Giosuè Gianavello, l'uomo che aveva organizzato in Val Pellice la resistenza dei valdesi durante le persecuzioni del 1655. Le sue "Istruzioni", raccolta di consigli per la spedizione del rimpatrio, pervase da un profondo senso religioso e da una viva pietà, servirono come guida militare alla terza spedizione guidata dal pastore Enrico Arnaud.

Il rimpatrio
Il rimpatrio dei valdesi fu reso possibile da una serie di fatti concomitanti collegati alla storia politica europea. Nel 1689 in Europa è nuovamente in corso la guerra che vede lo scontro tra il blocco franco-piemontese di Luigi XIV e le potenze imperiali rappresentate da Spagna, Olanda, Inghilterra e Svezia. Guglielmo d'Orange, che nel 1688 era salito sul trono d'Inghilterra, asseconda le aspirazioni degli esuli valdesi con l'intenzione di aprire un fronte alle spalle delle linee francesi.
La spedizione organizzata con cura dal pastore Enrico Arnaud, il pastore valdese più in vista e molto attivo nel collegamento fra gli esuli, e sovvenzionata dalle potenze imperiali, ha successo ed alcune centinaia di valdesi riconquistano le terre natie nell'agosto del 1689. Episodi fondamentali del Rimpatrio sono la battaglia notturna presso il ponte di Salbertrand, il culto tenuto dal pastore Enrico Arnaud nel tempio di Prali ed il patto di fedeltà al Signore e di unione fra gli uomini della spedizione pronunciato a Sibaud in Val Pellice.

L'assedio
Incalzati dalle truppe franco-sabaude i valdesi si ritirano, come suggeriva Giosuè Gianavello nelle sue "Istruzioni", alla Balziglia e ne fanno il loro campo trincerato. La posizione strategica si rivela ottima ed il Maresciallo di Francia Catinat, quando nell'autunno decide l'assalto, non riesce a conquistare le trincee valdesi.
I trecento assediati trascorrono l'inverno nei loro baraccamenti, inquadrati da una rigida disciplina, riescono a sopravvivere tra estreme difficoltà; provvidenziale fu la possibilità di recuperare il grano che non era stato mietuto nell'estate precedente e che giaceva ancora sotto la neve.
Nella primavera del 1690 i franco-sabaudi tornano all'attacco sotto la guida del Marchese De Feuquières. Muniti di artiglieria bombardano le posizioni dei valdesi e, dopo giorni di attacchi furiosi, li respingono verso l'alto, sulla cima del Pan di Zucchero. La sorte degli assediati sembra decisa: la morte, la prigionia o la condanna alle "galere" di Francia... Con il coraggio della disperazione i valdesi tentano una fuga e riescono a compiere, di notte e nella nebbia, un'evasione attraverso i dirupi della montagna ormai accerchiata guadagnando la libertà sul versante opposto del vallone del Ghinivert, in direzione dell'attiguo vallone di Salza.

Da allora la Balziglia simboleggia, nella storia dei valdesi, da un lato l'eroica resistenza della fede, dall'altro la miracolosa liberazione divina.

Documento realizzato dalla Chiesa Valdese di Massello.

Percorso "la ruota e l'acqua" visita ai piccoli mulini per cereali del Vallone di Massello

Il percorso, che segue per lo più sentieri preesistenti, a tratti molto antichi, è attrezzato con segnaletica in legno. Il percorso tocca ben 4 mulini nel territorio di Massello, dove probabili sono gli avvistamenti di animali selvatici. Lungo il percorso, adatto a tutti, si incontrano la Chiesa cattolica ed il Tempio valdese, testimoni della compresenza di queste due fedi religiose ed alcune meridiane recanti motti di antica saggezza.
Il sentiero domina a mezza costa il vallone, offrendo un panorama di prim'ordine su tutte le antiche borgate e sulla bellissima cascata del Pis. Alcuni piccoli musei ed esposizioni culturali offrono la possibilità di conoscere più a fondo la realtà dei mulini per cereali di montagna: le scuolette Beckwith (antiche scuole valdesi che hanno permesso l'istruzione anche nei villaggi più remoti); il museo valdese della Balsiglia, concentra invece l'attenzione sul Ritorno dei Valdesi dall'esilio (Glorioso Rimpatrio - 1689) e sull'assedio da parte delle truppe franco - sabaude.

Info:  Comune di Massello Tel. 0121.808834 - Scopriminiera: tel. 0121.806987 - CAI Val Germanasca tel. 0121.808629 e 339.5810607 - Ufficio turistico Prali: tel 0121.807418 
Durata: intero percorso: 4 ore. E' possibile fare percorsi ridotti  
Costo: nullo, se autoguidato; con accompagnatori, tariffe in vigore  
Varie: in considerazione dell'ambiente montano è consigliato l'uso di scarponcini 

Le Scuolette Beckwith di Gros Passét

Queste minuscole strutture di pochi metri quadrati, che si possono incontrare numerose lungo tutti gli itinerari nelle Valli, erano delle vere e proprie scuole private, gestite dalla Tavola Valdese, in cui i piccoli valligiani apprendevano i primi rudimenti del sapere. Probabilmente esistevano già alla fine del XVII secolo (forse allestite nelle stalle delle abitazioni private), ma solo nella prima metà dell'Ottocento, grazie alla frenetica attività di Charles Beckwith, un colonnello inglese gravemente ferito nella battaglia di Waterloo ed in seguito benefattore delle popolazioni valdesi delle nostre Valli, si moltiplicarono a dismisura fino a diventare più di 200, sparse qua è là dei bacini del Pellice, del Germanasca e del Basso Chisone.

In queste scuole un maestro o una maestra generalmente residenti nel paese o nelle vicinanze e privi di titoli di studio, insegnavano ai fanciulli a scrivere (in italiano e soprattutto in francese) a leggere e a far di conto, spesso utilizzando la Bibbia come sillabario. Queste piccole strutture, cui va sicuramente riconosciuto il merito di aver praticamente ridotto in modo drastico l'analfabetismo, furono soppresse in modo graduale a partire dal 1911. Alla fine della Grande Guerra avevano quasi del tutto smesso di funzionare o erano state acquisite dallo Stato.

Già verso la fine dell'800 l'organizzazione scolastica valdese era diventata più efficiente erano state create scuole di metodo per gli insegnanti: una a Pomaretto per la Val Germanasca ed una a Torre Pellice per la Val Pellice. Non solo, ma alcuni membri della Tavola Valdese fornirono il loro contributo disinteressato, per dare alla stampa libri adeguati ed appositamente concepiti per gli allievi protestanti.

Meridiane

Nelle borgate di Massello si possono osservare alcune antiche meridiane.

Forni e fontane

Passeggiando tra le borgate di Massello si incontrano numerose fontane e antichi forni per il pane.

Mulini per cereali del vallone di Massello

Il Mulino DELLA MEULLHA
Lou moulin 'd l' Meullha era fra i mulini del vallone di Massello, quello situato più in basso. Serviva le borgate lou Bëssé, sul versante destro, Chabrans e Manëllho sul versante sinistro del vallone. Sorgeva sulla riva sinistra della Germanasca di Massello.
Dalla strada, all'altezza del bivio per la borgata lou Bëssé, seguendo il sentiero che inizia in prossimità della Roccho 'd la Martino, si può raggiungere il fondo del vallone di fronte alla Coumbo Gourin (che divide Chabrans da Manëllho). Il mulino si trovava su un piccolo ripiano, fra due roccioni. Ponte e mulino vennero distrutti dal nubifragio che seminò morte, desolazione e immensi danni nei valloni di Massello e Salza in quella tragica notte del 19 - 20 giugno 1908. Non ne rimane alcuna traccia.
Lungo il corso della Germanasca di Massello dalla quale erano derivati i relativi brevi canali (50- 100metri) funzionarono altri quattro mulini a rouét, fin verso gli anni venti.

Il Mulino di CHAN LA SALSO
Quello detto di Chan la Salso situato alcune centinaia di metri a monte dell'omonimo ponte, sulla sinistra del torrente, con attigua forgia.
Lo stabile del mulino è in rovina e di quello della forgia non restano che pochi ruderi.
Un progetto del Comune prevede il recupero del mulino e degli edifici circostanti in rovina.

Il Mulino in località LOU MOULIN
Quello in località lou Moulin anticamente a rouét. venne trasformato negli anni venti a roudoun. e funzionò fin verso gli anni cinquanta. 
Lo stabile è stato ristrutturato e trasformato in casa d'abitazione. Del mulino non restano che le macine sistemate nelle adiacenze.

Il Mulino GORJO TROUNNO
Lou moulin d' Gran Didìe, costruito (o ricostruito) nel 1910 (epigrafe scolpita). Il canale captava l'acqua sulla destra del torrente, nella pittoresca Gorjo Trounno (evidente derivazione etimologica dal nome di famiglia Tron, Troû in "patouà").
La località si può raggiungere in pochi minuti di discesa dalla borgata Cit Pasét .Un ponticello in legno attraversa la Germanasca. Recentemente, alcuni amici di Massello si sono costituiti in associazione al fine di promuovere gli interventi per il recupero completo del mulino e delle opere idrauliche. E' stato già rifatto il tetto.

Il Mulino di BALSIGLIA
Lou moulin d' Balsillho: era situato poco a monte di Balsillho d' sai. Venne rifatto dopo essere stato asportato dalla piena del 1908. Oggi il mulino non esiste più: di esso si conservano solo le macine e la traversa.

Il Mulino GROS PASSET
Lou moulin d' Grô Pasét, situato poco a monte della omonima borgata, era azionato dal canale derivato dal Riou Rabioûr. Il piccolo stabile, addossato alla roccia è stato completamente ristrutturato nel 2003, con la collaborazione tra il Comune e un gruppo di volontari di Massello, e reso funzionante a tutti gli effetti. Della vecchia struttura rimangono utilizzati le macine ed il meccanismo a vite che le fa abbassare ed alzare.

Il Mulino di OCCIE (Ooucha)
Lou moulin d' laz Ôcha (pron. Ocia). La borgata si raggiunge in un quarto d'ora circa di salita su sentiero (antica mulattiera) della borgata laz Ai'sa collegata al fondovalle da strada asfaltata.
Lo stabile del mulino, situato poco sotto la borgata è in rovina. Il canale era derivato dal Riou che scende dai prati di Coulmian. Negli ultimi anni è stato ricostruito il tetto del vecchio mulino.

Il Mulino in località LA CENTRAL
Ancora nel vallone di Massello, in località la Chëntràlo, venne impiantato verso la fine degli anni trenta, e cessò l'attività nel decennio seguente, da barbou Sharle Micol un mulino azionato dalla centrale idroelettrica; attigua al mulino funzionava pure una segheria mossa da ruota idraulica. Lo stabile è stato ristrutturato.

(tratto da "Lî vel Moulin e lh' ûlie ën val San Martin" di Guido Baret)

Le borgate

Le borgate di Massello sono situate quasi tutte sulla sinistra idrografica della valle, cioè sul versante più soleggiato. La loro collocazione è illustrata efficacemente dallo schema grafico del Comune di Massello, del 1901, qui rappresentato. Mancano nello stesso le due borgate più recenti, Mulino e Centrale,formatesi nel secolo scorso. Le presentiamo tutte brevemente, partendo dall'alta valle.

Balziglia (m 1370)
Balziglia - Balsillho = piccola balza 
La borgata è formata da due frazioni: B.d'sai e B. d'lai.(dal torrente). Località storica del comune.

Gros Passet (m 1320)
Gros Passet - lou Grô Pasét 
Pasét indica un passaggio obbligato, una strettoia Gli attributi grosso e piccolo si riferiscono alla diversa consistenza dei villaggi. Il Gros Passet è visibile da quasi tutta la valle.

Piccolo Passet (m 1230)
Le borgate di Massello sono situate quasi tutte sulla sinistra idrografica della valle, cioè sul versante più soleggiato. La loro collocazione è illustrata efficacemente dallo schema grafico del Comune di Massello, del 1901, qui rappresentato. Mancano nello stesso le due borgate più recenti, M000ff"> Piccolo Passet - lou Chit Pasét 
Pasét indica un passaggio obbligato, una strettoia Gli attributi grosso e piccolo si riferiscono alla diversa consistenza dei villaggi.

Roccias (m 1286)
Roccias - lou Rouchas = il roccione 
La borgata sorge su uno sperone roccioso

Grangiadidiero (m 1250)
Grangiadidiero - Grandidìe = le grange di Didier. 
Il termine "grange"designava gli insediamenti agricoli degli ordini monastici. "Didier" è la forma originaria precristiana del nome Desiderius.

Aiasse (m 1275)
Aiasse - laz Aiasa = Aiasse 
Nome di famiglia, derivante da gazza (francese ajasse).

Reynaud (m 1183)
Reynaud - lou Reinaut 
Forse derivato da nome di persona, tedesco. Attualmente vi è in funzione un piccolo maneggio.

Occie (m 1388)
Occie - laz Ooucba = campi coltivati e recintati. 
Il nome deriva dal basso latino "olca". L'unico villaggio abitato esclusivamente da cattolici.

Roberso (m 1190)
Roberso - lou Roubèrs = agglomerato su costone roccioso (da radici celtiche). 
La borgata è sede del Municipio e, un tempo, della scuola elementare.

Mulino (m 1141)
Mulino - lou Moulin 
Piccola borgata formatasi intorno ad un mulino. Fino alla metà del secolo scorso vi furono attivi una privativa ed una locanda.

Brualacomba (m 1230)
Brualacomba - lou Brélacoumbo = sul ciglio di una scarpata. 
La borgata sorge infatti sull'alto di un valloncello. Vi fu in funzione, nel secolo scorso, la pensione "Stella Alpina".

Porince (m 1253)
Porince - lou Pourénche = il punto da cui si dipartono diverse strade (da radici celtiche).

Porte (m 1386)
Porte - l' Porta = le porte 
Era forse una delle prime borgate di accesso alla valle, percorrendo le strade un tempo poste a mezza costa.

Centrale (m1118)
Centrale - la Chëntralo 
La piccola borgata sorse presso la centrale elettrica costruita nel secolo scorso per iniziativa di privati del luogo. In seguito all'apertura della strada carrozzabile vi furono in funzione per diversi decenni una segheria ed un negozio di generi alimentari.

Ciaberso (m 1215)
Ciaberso = lou Chabèrs = agglomerato a monte di prati ricchi di sorgenti (da radici celtiche). 
Nei pressi della borgata sono situati la chiesa cattolica dei S.S.Pietro e Paolo e il tempio valdese.

Campolasalza (m 1134)
Campolasalza - lou Chanasalso = i campi di Salza (comune confinante con Massello). 
Grossa borgata posta all'inizio della valle, a monte della confluenza dei torrenti di Salza e di Massello.

Saret (m 1140)
Saret - lou Saret =piccolo ripiano sul costone. 
La piccola borgata è contigua a Campolasalza.

Praladreit (m 1172)
Praladreit - prati sul versante a solatio

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri